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Leggere le etichette


Relativamente al vino e agli alcolici vige ora la necessità di specificare la denominazione, il grado alcolico, il volume, il nome e l’indirizzo di chi imbottiglia (oppure una sigla che ne consenta il riconoscimento, ad esempio EMB A 16102) e per l’esportazione la citazione “Produit de France” oppure il numero del lotto dal quale proviene la bottiglia.

Non è neppure necessario trovare il luogo dove è situata la società che commercializza il distillato, basta segnalare il codice di avviamento postale.

Per quanto attiene le AOC (Appellation Origine Controlée) vige l’obbligo di identificare il prodotto inserendo la specifica fra Appellation e Controlée, con lo stesso colore e lo stesso corpo grafico.

Nel nostro caso si potrà trovare armagnac, bas-armagnac, ténarèze, haut-armagnac.

Questa normativa, che riguarda armagnac, cognac e calvados, deve comunque essere vissuta con la giusta comprensione per tutte le bottiglie che sono state messe in commercio negli anni precedenti la vigenza legislativa.

Reputo dunque necessari alcuni chiarimenti per comprendere ciò che le etichette ci vogliono (e devono !) dire.

Per l’armagnac (B.N.I.A. docet) oggi, 2012, valgono queste regole e denominazioni:

 

          Per gli assemblages il riferimento è sempre quello dell’acquavite più giovane.

  1. Per i 3 Stelle / VS il riferimento è di almeno 1 anno in botte (da Compte 1 a 3)
  2. Per i VO (Very Old), VSOP (Very Superior Old Pale), Réserve il riferimento è di almeno 5 anni di botte (Compte 4).
  3. Per gli XO (Extra Old), Napoléon, Extra, Vieille Réserve il riferimento è di almeno 6 anni di botte (Compte 5). In futuro si pensa di uniformare i punti 3 e 4 sotto la voce unica di VSOP.
  4. Per gli Hors d’Âge il riferimento è quello dell’acquavite con almeno 10 anni di botte.
  5. È consentito anche presentare l’invecchiamento sotto forma di 15 Anni, 25 Anni ecc.
  6. In futuro si pensa di uniformare i punti 5 e 6 sotto la voce unica di Hors d’Âge.
  7. Per i millesimi, peculiarità dell’armagnac, l’annata segnalata è quella dell’anno di raccolta e il distillato deve passare almeno 10 anni in botte.

 

Come si può notare esistono delle qualifiche (o classi d’invecchiamento) che fanno riferimento ai “Comptes d’Age”; eccole in dettaglio:

 

Compte 00 = acquavite prodotta nel periodo che va dall’inizio della distillazione al 31 marzo dell’anno seguente (massimo da 0 a 12 mesi).

Compte 0 = dal 1° Aprile dell’anno successivo alla vendemmia al 31 marzo del secondo anno (da 13 a 24 mesi).

Compte 1 = dal 1° Aprile del secondo anno successivo alla vendemmia al 31 marzo del terzo anno (da 25 a 36 mesi).

Compte 2 = dal 1° Aprile del terzo anno successivo alla vendemmia al 31 marzo del quarto anno (da 37 a 48 mesi).

Compte 3 = dal 1° Aprile del quarto anno successivo alla vendemmia al 31 marzo del quinto anno (da 49 a 60 mesi).

Compte 4 = dal 1° Aprile del quinto anno successivo alla vendemmia al 31 marzo del sesto anno (da 61 a 72 mesi).

Compte 5 = dal 1° Aprile del sesto anno in avanti.

E così via. A partire dal Comte 1 l’armagnac può essere commercializzato.

 

Questo inquadramento era ed è utilizzato soprattutto nelle transazioni commerciali che riguardano le vendite in pièces. Trovare bottiglie etichettate con questa specifica è assai raro e normalmente si tratta di esemplari che provengono da riunioni tenute da assaggiatori o in occasioni di concorsi.

Quando in etichetta si fa riferimento al Decreto Fallières si può essere certi che la bottiglia è susseguente al 1 maggio 1909, mentre se si trova citato il Congé Jaune d’Or si tratta di armagnac non anteriore alla legge del 4 agosto 1929.

Si parla ovviamente del momento della messa in bottiglia, non del millesimo riportato che può essere più datato.

In pratica l’etichetta di una bottiglia del 1924 commercializzata nel 1954 (a causa dell’invecchiamento in botte) riporterà questa scritta pur non garantendo nulla più di quanto certificato dal proprietario.

La stessa condizione si presenta per il decreto che impose l’Appellation Origine Controlée (AOC) del 6 agosto 1936.

Sono gli effetti paradossi delle leggi che, per superare e sanare una situazione di fatto, fanno leva sulla retroattività.

La legge del 1936 sarà definitivamente abrogata con il decreto del 27 maggio 2005 che, oltre a tutta una serie di disposizioni restrittive, comprende una particolare attenzione alle varie microzone (parcelles) del vigneto.

Fra le decisioni meritorie imputabili al Congé Jaune d’Or, che aveva l’intento di ridurre le truffe, segnalo l’interdizione di detenere, in cantina o in una zona a denominazione di origine controllata, acquavite di altre zone e denominazioni.

Tutte queste leggi sono integrate da quella emanata dalla Direzione Generale della Concorrenza (1995) che riguarda la sicurezza del consumatore.

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